Confedercontribuenti con la grinta del suo presidente nazionale Carmelo Finocchiaro non molla il tiro affinché ci sia rispetto e tutela per l’imprenditoria italiana pressata da crisi economica e strani cavilli burocratici che la porterebbe da essere a credito verso lo Stato a debito con l’erario.
Lo Stato sin dal 2012 ha previsto per agevolare il saldo dei debiti verso i fornitori con apposito decreto, la piattaforma per la certificazione dei crediti che permette la compensazione di debiti nei confronti dell’erario. Purtroppo nonostante tale opportunità ci si trova di fronte ad imprese, professionisti e dipendenti a rischio fallimento o chiusura a causa di debiti verso l’erario nonostante i crediti vantati.
“Tra i casi che abbiamo sottoposto al vice-ministro, una grossa azienda siciliana che da oltre 35 anni opera per conto delle Pubbliche Amministrazioni nel settore dei servizi di igiene ambientale con un organico di circa 700 dipendenti che vanta ad oggi un credito nei confronti dello Stato di circa 50 milioni di euro di cui 17 milioni oltre interessi da parte di ATO Me2. Abbiamo tenuto a sottolineare al vice ministro Morando che è incomprensibile ed inaccettabile che un’impresa che vanta un credito rilevante nei confronti della pubblica amministrazione e che non può interrompere un servizio di pubblica utilità e deve far fronte prioritariamente al pagamento degli stipendi dei propri dipendenti, dei fornitori, dell’INPS e dell’INAIL si veda spesso beffata con il blocco dei conti correnti da parte dell’erario” – dichiara Carmelo Finocchiaro presidente nazionale di Confedercontribuenti.
I debiti del contribuente nei confronti dello Stato devono essere onorati entro i termini previsti dalla normativa vigente, andando incontro ad esose sanzioni per ritardato pagamento più interessi di mora, di contro lo Stato debitore non rispetterebbe le condizioni previste nei contratti di servizi a causa di disparità di trattamento tra i fornitori.
E’ stato posto in evidenza da Confedercontribuenti, tra le varie problematiche che affrontano le imprese, il caso specifico degli ATO. Essi sono stati istituiti da Regioni ed enti locali sulla base di specifiche disposizioni di Legge e sono preposti all’esercizio di funzioni amministrative in materia di gestione di servizi pubblici essenziali. Ma nonostante ciò ci sarebbero pareri discordanti circa la concezione di ATO come Amministrazione Pubblica.
Per far valere i propri diritti molte imprese si sono rivolte al TAR e al CGA i quali, esprimono sempre sentenze e ordinanze tutte favorevoli alle imprese e nominano per le stesse, di volta in volta, i commissari ad acta che nel caso di ATO Me2 avrebbe usato disparità di trattamento certificando il credito solo per alcune aziende determinando un grave e irrimediabile danno per aziende, professionisti e per i dipendenti.
Il vice ministro Morando confermando che tutti gli ATO rientrano nella Pubblica Amministrazione, ha comunicato che farà effettuare verifiche presso gli uffici competenti.
“Confidando nell’intervento del MEF affinché si possano salvare imprese e i propri dipendenti da una situazione di crisi economica ed occupazionale già grave. Continueremo nella nostra attività di rappresentanza, supporto e assistenza alle imprese” – conclude Carmelo Finocchiaro.