È stato pubblicato il 7 aprile 2020 sulla Gazzetta Ufficiale il decreto direttoriale che stabilisce le modalità applicative per l’iscrizione al registro speciale dei marchi storici di interesse nazionale.
Si tratta di una misura prevista nel Decreto Crescita dell’aprile 2019 (D.L. 30 aprile 2019, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla Legge 28 giugno 2019, n. 58) allo scopo di dare sostegno alle imprese che storicamente operano sul territorio nazionale. Questo istituto si inserisce in una serie di iniziative governative volte alla tutela del Made in Italy e nel contesto attuale può assumere un ruolo importante, visto il momento di difficoltà che diverse aziende stanno affrontando.
La procedura di iscrizione allestita dall’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi (UIBM) è attiva dal 16 aprile 2020 ed è totalmente telematica.
La normativa prevede la possibilità di iscrivere al registro dei marchi storici di interesse nazionale i marchi registrati da almeno 50 anni che siano sempre stati rinnovati con continuità nel tempo. Pertanto, insieme all’istanza di iscrizione, è richiesta prova del verbale di primo deposito in Italia, i verbali di rinnovazione, oltre a tutta la documentazione inerente ad eventuali modifiche intercorse negli anni sul marchio. Le tempistiche previste per tali controlli sono di 60 giorni nel caso del marchio registrato.
Viene poi contemplata anche la possibilità di iscrivere al registro dei marchi storici di interesse nazionale i marchi non registrati, se rispettano alcune particolari condizioni. Il titolare dovrà infatti dimostrare un uso effettivo e continuativo da almeno 50 anni. Pertanto, l’UIBM richiede la documentazione idonea a comprovare l’utilizzo prolungato e ininterrotto del marchio da parte del titolare – o comunque con il suo consenso – per i prodotti e servizi per i quali è stato registrato. Nel caso di un marchio non registrato, l’Ufficio dovrà verificare le citate condizioni e fornire una risposta all’istante entro un tempo massimo di 180 giorni.
Un’altra novità del Decreto è la creazione del logo “Marchio storico di interesse nazionale”, che presenta la grafica di seguito riportata:
Tale marchio non costituisce un nuovo titolo di proprietà industriale, ma potrà essere utilizzato per finalità promozionali e commerciali affiancandolo, secondo precise modalità, al marchio d’impresa iscritto nel registro speciale. Sarà quindi uno strumento di comunicazione nelle mani del titolare del marchio storico, che permetterà di evidenziare il collegamento storico della produzione aziendale con il territorio italiano. Questa esigenza di tutelare i marchi storici italiani e il loro valore quale simbolo di qualità legata al territorio nasce a seguito del caso dell’azienda dolciaria Pernigotti.
Dopo l’acquisto della società da parte del gruppo Toksöz nel 2013, era stata annunciata l’intenzione di dismettere le attività produttive storicamente situate in Piemonte e delocalizzare la produzione a Istambul, pur continuando a utilizzare i marchi che avrebbero contraddistinto i prodotti confezionati all’estero. Da qui era scaturito un acceso dibattito che ha portato alla luce il problema delle possibili delocalizzazioni di brand legati al made in Italy.
Fonte: IUSLEX