Si è costituito dal notaio il Comitato promotore della Igp Porcetto di Sardegna e a Macomer (Nuoro) si è insediato il Comitato Scientifico, nella sede del Contas, il Consorzio di tutela dell’Agnello Igp, per preparare il disciplinare di produzione di una specialità tutta sarda. L’obiettivo è predisporre la documentazione necessaria da presentare alla Commissione Europea per ottenere il riconoscimento della denominazione Igp e costituire un Consorzio che favorisca un’unione tra allevatori, macellatori e trasformatori della eccellenza sarda per organizzare una filiera con cui garantire allevamento e tracciabilità dei suinetti destinati al mercato. Compito del futuro consorzia sarà anche salvaguardare la produzione locale sarda dal pericolo di importazioni incontrollate, e tutelare l’origine del prodotto. Del comitato promotore fanno parte allevatori, macellatori e trasformatori in rappresentanza delle quattro principali associazioni di categoria agricole: Coldiretti, Confagricoltura, Cia e Copagri. A presiderlo è il presidente di Coldiretti Cagliari, Giorgio Demurtas; sua vice è Francesca Manca di Confagricoltura, mentre Cia è rappresentata da Martino Scanu e Copagri da Raffaele Mureddu. Ne fanno parte, inoltre, Pierluigi Mamusa, Luciano Nieddu e Tonino Siotto, per gli allevatori, e Francesco Forma titolare della Forma Carni di Macomer, per il settore della trasformazione.
Del comitato scientifico, coordinato da Alessandro Mazzette, direttore del Contas, fanno parte il funzionario del ministero della Agricoltura, Luigi Nuvoli, i ricercatori di Agris Sardegna, Sebastiano Porcu e Margherita Addis, dell’Istituto Zooprofilattico Stefano Cappai, della Asl Giuseppe Bitti e di Laore, Genesio Olmetto; oltre a Bastianino Mossa in rappresentanza della Fasi, la Federazione dei circoli dei sardi in Italia, Gianni Battacone docente di suinicoltura del Dipartimento di Agraria dell’Università di Sassari e il docente dell’università di Cagliari, Franciscu Sedda che si occuperà dell’inquadramento storico e culturale del porcetto. La Sardegna “ha sempre conosciuto questo elemento che, possiamo dire, ha accompagnato per millenni la storia dei sardi, tanto che la nostra cultura è stata definite la cultura del maiale, che ha rappresentato sempre una riserva importantissima per la sopravvivenza delle nostre comunità”, sottolinea Sedda. “Se guardiamo indietro ai ritrovamenti archeologici, inoltre, ritroviamo il porcetto, attraverso i bronzetti, nei rituali. La relazione che andrà a integrare la domanda di riconoscimento è un supporto fondamentale per testimoniare quella impronta a testimonianza del ruolo storico, ma anche sottolineare l’eccellenza di questo prodotto e rafforzare filiera produttiva”.
“Il conseguimento della indicazione geografica ha assoluta rilevanza per lo sviluppo del settore suinicolo regionale perché”, spiega Battacone, “consentendo la tutela del prodotto, di fatto apre scenari commerciali interessanti anche per iniziative imprenditoriali che vogliano raggiungere mercati extra regionali. In una condizione come quella attuale, con le produzioni suinicole sarde non più vincolate dalle restrizioni di consumo e mercato al solo ambito regionale, il porcetto di Sardegna, identificato con un marchio che ne garantisce l’origine, può essere il cardine su cui le nuove generazioni di allevatori possono poggiare i loro progetti d’impresa. Il fatto poi che la gestione delle scrofaie e delle nidiate di suinetti destinati alla macellazione sia una peculiarità della suinicoltura regionale sarda, questo fa pensare che si possa davvero costruire una filiera produttiva con sbocchi commerciali importanti. Fondamentale sarà la formazione degli operatori: questa è di fatto la sfida che gli operatori di questo settore intendono cogliere”.
“Gli emigrati intervengono in questo obiettivo in funzione di consumatori, di promotori, ambasciatori”, spiega Mossa, presidente della Fasi. “Sono 2,5 milioni i sardi fuori dalla Sardegna, sparsi in tutto il mondo. Solo in Italia la Fasi conta di circa 30 mila iscritti, in 68 circoli presenti in 12 regioni d’italia. La più a sud è Ciampino. Il centro e nord Italia hanno rappresentato la destinazione ideale di operai, pastori, militari e studenti legati indissolubilmente dalla cultura sarda che è prima di tutto cibo. Esiste una sorta di venerazione del porcetto. E infatti tantissime sono le nostre iniziative incentrate su questo prodotto, ricercato. Abbiamo per questo una struttura commerciale di prodotti di qualità, alla quale si rivolgono i sardi emigrati: la Sarda Tellus, con sede a Cagliari: per il porcetto Igp una solida rete commerciale su cui fare affidamento”.