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Turismo: Sardegna, nel 2023 superati livelli pre pandemia

Di
Lucia Cutrona
|
20 Giugno 2024

Nel 2023 il turismo è stato uno dei pochi settori in grado di sospingere l’economia della Sardegna grazie al pieno recupero dei livelli pre-pandemici. Secondo un report della Cna regionale, l’anno scorso le presenze negli hotel e nelle strutture extra-alberghiere dell’isola sono state 15,7 milioni, il 6,5% in più rispetto al 2022 e oltre mezzo milione in più del 2019.
Gli arrivi, invece, sono aumentati del +7,7% rispetto al 2022 e del 6,7% rispetto all’anno pre-pandemico. Il dossier del Centro Studi della Cna Sardegna ha analizzato le ultime stime dell’Istat per il 2023, ottenute a partire dai dati contenuti nel portale ‘Alloggiati Web’ della Polizia di Stato.
Ai numeri ufficiali si aggiunge il turismo residenziale (seconde case, case vacanze e B&B gestiti in maniera non imprenditoriale) che quasi eguaglia l’offerta ufficiale. Eccezionale è stata l’anno scorso la componente turistica internazionale: gli stranieri sono aumentati del 13% sia in termini di arrivi sia di presenze.
Quest’anno i flussi turistici si preannunciano ancora più imponenti, a giudicare dalla tendenza del primo trimestre: la percentuale di camere negli hotel già prenotate fra gennaio e marzo era già superiore a quella dello stesso periodo del 2023.
Nel confronto coi principali competitor dell’area mediterranea – in particolare, Creta, Algarve, Puglia, Corsica, Croazia, Malta, Sicilia, Baleari, Calabria e Cipro – la Sardegna nel 2022 ha registrato appena il 5,6% degli arrivi e il 5,1% delle presenze totali di queste destinazioni.

Il confronto con le altre regioni italiane fa ipotizzare che in Sardegna esistano ancora ampi margini di crescita. L’Isola – segnala la Cna – ha perso due posizioni nella classifica nazionale in termini di numero di presenze annue rispetto al 2019, superata da Liguria e Sicilia; inoltre, nell’ultimo biennio la crescita registrata è stata inferiore a quella di regioni simili, come Puglia, Sicilia o Abruzzo.
“Il turismo in Sardegna ha grandi potenzialità inespresse ed esiste uno spazio di lavoro enorme ancora da colmare”, osservano Luigi Tomasi e Francesco Porcu, rispettivamente presidente e segretario regionale della Cna Sardegna. “Si tratta di superare l’immagine internazionale fortemente caratterizzata e incentrata sullo stereotipo della vacanza balneare che rappresenta probabilmente uno dei limiti del modello di offerta della Sardegna che, non a caso, concentra i flussi di viaggiatori nei pochi mesi estivi. Sulla base di uno studio effettuato nel 2017 dalla Cna Sardegna (‘Economia e Turismo: modelli a confronto, la Sardegna e i suoi competitor’), benessere e salute sono in assoluto come gli ambiti in cui la Sardegna potrebbe essere più competitiva, seguiti dal turismo storico-archeologico e dal turismo sportivo”.
Per rendere l’industria turistica sarda più dinamica e sostenibile, secondo i vertici di Cna, bisogna puntare sull’innovazione delle imprese, sui corsi di formazione per imprenditori e personale, sulla qualità generale dell’offerta turistica e sull’immagine della Sardegna sui canali della sharing economy (OTA, social network e portali web), sul sistema dei trasporti per rendere la Sardegna più accessibile, soprattutto nei collegamenti interni; sulla riqualificazione del paesaggio urbano; e sugli eventi culturali, artistici, sportivi, d’intrattenimento e fieristici, sia per intercettare nuove tipologie di domanda (culturale, sportiva, turismo dell’intrattenimento), sia per arricchire l’esperienza di viaggio, favorire il ritorno dei turisti e promuovere i prodotti e le produzioni locali. (AGI)