Una partita di tennis vive spesso di momenti decisivi che indirizzano il match. Si tratta spesso di punti fondamentali che vengono conquistati dall’uno o dall’altro contendente e costituiscono lo spartiacque tra la vittoria e la sconfitta. Poi c’è il tie break, che sembra una sorta di roulette alla stregua dei calci di rigore nel calcio. A differenza dello sport più popolare del mondo, però, il tie break non è affatto una lotteria. Il più forte, salvo eccezioni, vince. E lo dimostra Jannik Sinner che a Wimbledon ne ha vinti tre su tre contro l’amico Matteo Berrettini e ieri due su due negli ottavi di finale con l’americano Tommy Paul nella gara vinta 7-6 7-6 6-1.
Sinner si conferma così il n.1 al mondo anche nei tie break: nel 2024 ne ha vinti 18 su 24, con una percentuale del 75%. Sinner ha giocato due tie break nel trionfale Australian Open (uno vinto contro Rublev e uno perso contro Djokovic), uno a Rotterdam (vinto con Raonic), uno a Indian Wells (vinto con Shelton), uno a Montecarlo (perso con Rune) e uno a Parigi, vinto contro Dimitrov. Ad Halle Jannik di tie break ne ha giocati 7, i primi tre persi (contro Griekspoor, Marozsan e Struff) per poi vincerne quattro di seguito: quello del terzo set con Struff, quello in semifinale contro Zhang e poi i due in finale contro Hurkacz, che gli hanno regalato il titolo. Sei i tie break giocati a Wimbledon, cinque vinti (tra i quali i tre contro Matteo Berrettini) e uno perso, quello del terzo set contro Daniil Medvedev. A Cincinnati Sinner ha vinto i tre giocati, due in semifinale contro Zverev e uno in finale contro Tiafoe. Infine i due vinti finora agli Us Open agli ottavi contro Tommy Paul.