Penalizzato dalle sue attività di retail banking in Francia, il gruppo bancario Crédit Agricole ha registrato un calo del 12,8% dell’utile netto nel terzo trimestre, a 2,08 miliardi di euro. Il margine di intermediazione (NBI), l’equivalente del fatturato del settore, è rimasto praticamente stabile (-0,4%) tra luglio e settembre, a 9,21 miliardi di euro. Nel corso di una conference call, il CEO della banca Philippe Brassac ha salutato una “performance molto solida e costante”. L’attività bancaria al dettaglio in Francia è stata colpita nel terzo trimestre da un aumento dei fallimenti di imprese, sinonimo di prestiti non pagati per il Crédit Agricole, e da un effetto base sfavorevole. Il contributo delle banche regionali all’utile netto del Gruppo è diminuito del 36,9% rispetto all’anno precedente, attestandosi a 371 milioni di euro. Jérôme Grivet, Direttore Generale del Crédit Agricole SA (Casa), ha sottolineato che ciò è dovuto “principalmente all’aumento del costo del rischio”, ossia delle somme accantonate per coprire eventuali inadempienze sui prestiti concessi.(AGI)