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La nuova agricoltura: moderna, semplice, sostenibile

Di
Redazione
|
15 Gennaio 2021

La nuova agricoltura: moderna, semplice, sostenibile

La nuova Pac (politica agricola comune) è orientata sulle strategie per la natura e l’alimentare con il Farm to fork.

Di Antonino Gulisano

Ci si sposta verso un approccio più flessibile: maggiore libertà ai paesi Ue di poter decidere al meglio come raggiungere gli obiettivi. Per una agricoltura moderna, semplice e flessibile, sostenibile.

Questi i tre pilastri della ‘nuova’ agricoltura per come la immagina l’Europa nella futura Pac (politica agricola comune); e questo per consentire di raggiungere soddisfacenti obiettivi economici, sociali e ambientali. E il tutto dovrà essere efficace e in linea con le strategie per la tutela della natura e l’alimentare.

Gli obiettivi futuri europei, che sono alla base di quella che dovrà essere la nuova formula da declinare per l’agricoltura di domani, vanno dalla conservazione della biodiversità alla garanzia di un reddito equo, dal sostegno al rinnovamento delle aziende agricole piccole e medie (non soltanto in chiave anagrafica) alle azioni contro i cambiamenti climatici. Obiettivi che potranno essere raggiunti con una serie di strumenti e indicatori per misurarne l’evoluzione.

Entrano allora in gioco i piani strategici della Pac (politica agricola comune) che, secondo la Commissione Ue, offriranno agli Stati membri un’autentica sussidiarietà per rispondere alla particolare situazione e per garantire maggiore resistenza al settore agricolo mettendo anche in evidenza i propri punti di forza sfruttando le opportunità.

In particolare la strategia Farm to fork – che viene rafforzata da quella sulla biodiversità – ha come fondamenta un sistema alimentare equo, sano e rispettoso dell’ambiente. Gli obiettivi principali sono quelli di fermare la perdita di natura e la trasformazione dei nostri sistemi alimentari in standard globali per la competitività, per la protezione della salute umana, e per il sostentamento dell’intera catena alimentare. La crisi posta dal coronavirus viene presa come esempio da tener presente: dimostra quanto sia cruciale per la nostra società un sistema alimentare funzionante. Non soltanto. E’ uno dei punti centrali per la ripresa dell’Europa dall’emergenza Covid-19.

Tra i punti qualificanti del programma di queste due strategie europee ‘sostenibili’, fissate al 2030, c’è: la riduzione del 50% dei prodotti fitosanitari e del 20% dei fertilizzanti, trasformare il 10% delle terre agricole Ue in ‘paesaggio’, istituire aree protette sul 30% delle superfici terrestri e marine (di queste il 10% dovranno essere super-protette), dimezzare le vendite di antibiotici per gli allevamenti e l’acquacoltura.

Tra le proposte c’è poi spazio alla questione etichette, su cui nel 2022 dovrebbero arrivare; una per l’estensione dell’indicazione di origine obbligatoria degli alimenti, l’altra per un’etichetta colorata in stile ‘semaforo’ con le informazioni sui nutrienti che – viene spiegato – “aiutano i cittadini a scelte consapevoli legate alla salute, e i colori con indicatori riassuntivi, come il “nutriscore”, sono più comprensibili” e quella della incentivazione delle filiere agroalimentari. Ma per tutto il pacchetto di misure c’è ancora tempo per parlare: le proposte legislative sono infatti in programma dal 2021 in poi.

La nuova Pac (politica agricola comune), viene messo in evidenza dalla Commissione Ue, incoraggerà e sosterrà “un maggiore utilizzo delle moderne tecnologie e innovazioni; i sistemi di consulenza, conoscenza, e innovazione a livello locale aiuteranno gli agricoltori a comprendere meglio e a rispettare le regole dell’Ue” anche guardando a “una serie di dati economici e ambientali per fornire informazioni tecnologiche e scientifiche”.

L’agricoltura entra a far parte, con questi documenti, del cerchio magico del Green deal e del progetto di sviluppo sostenibile che l’Europa sta cercando di scrivere. E anche se non tutti sono d’accordo, in testa agricoltori e produttori alimentari, il vicepresidente della Commissione europea Frans Timmermans fa presente che “circa un quinto della nostra economia dipende da un ambiente sano e gli investimenti in questo settore sono un enorme potenziale. I sistemi alimentari e agricoli sostenibili a livello globale possono creare nuovo valore per 1.800 miliardi di euro entro il 2030”.

Mettendo insieme la strategia sulla biodiversità e quella Farm to fork, se questo intreccio viene associato alla Pac (politica agricola comune), risulta che già tra il 25 e il 40% delle nuove proposte sia di tutela dell’ambiente.

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Source: Da QdC ad Imprese
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