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Agricoltura: Vaccari, a rischio contributi imprese decreto Sud

Di
Lucia Cutrona
|
30 Ottobre 2024

“Passata la festa, gabbato lo Santo. È ormai una prerogativa di questo governo. Ne è purtroppo palese testimonianza quanto avvenuto anche con il decreto Sud approvato nel 2023 che prevedeva, per l’anno 2024, contributi sotto forma di credito d’imposta, per 40 milioni, alle imprese attive nel settore della produzione primaria di prodotti agricoli e nel settore della pesca e dell’acquacoltura, per l’acquisizione, entro il 15 novembre di quest’anno, di beni strumentali, da macchinari ed impianti fino all’acquisto di immobili e terreni, destinati a strutture produttive ubicate nelle zone assistite delle regioni Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna e Molise. Le modalità di accesso al beneficio, così come i criteri e le modalità di applicazione e fruizione del credito e i relativi controlli, avrebbero dovuto essere definiti con decreto del ministro dell’Agricoltura, di concerto con il ministro dell’Economia. A distanza di oltre un anno dall’approvazione della norma primaria del successivo decreto non si conosce traccia ed è ormai prossima la scadenza del 15 novembre. Per questo motivo le imprese non hanno potuto procedere all’acquisizione dei beni strumentali per poter avanzare la richiesta di rimborso. Peraltro chi l’ha fatto con la speranza di poter contare sul credito d’imposta dovrà prendere atto che non sarà possibile. Cosa ha impedito al Masaf e al Mef di pubblicare il decreto attuativo e come pensano i ministri Lollobrigida e Giorgetti di sbloccare lo stallo che irresponsabilmente hanno determinato?”. Lo chiede il capogruppo Pd in commissione Agricoltura e segretario di presidenza della Camera, Stefano Vaccari, che ha presentato un’interrogazione parlamentare sottoscritta anche dai deputati dem, Graziano, Ricciardi, Ferrari, Manzi, Fornaro, Scotto, Amendola, De Luca, De Maria, Simiani, Gianassi, Pagano, Peluffo, Roggiani e dai componenti della commissione Agricoltura, Forattini, Marino, Romeo e Rossi. “In ogni caso – aggiunge – come gruppo Pd presenteremo alla manovra di bilancio uno specifico emendamento per chiedere la proroga della misura anche per il 2025 e la conseguente attuazione ora dimenticata nei cassetti governativi”. (AGI)