Andrà fino in fondo la nostra lotta per la riforma delle aste giudiziarie
di Antonello Longo
Confedercontribuenti ha fatto rumore con le sue proposte e prese di posizione contro lo scandaloso andazzo delle aste giudiziarie. Le dichiarazioni del presidente, Carmelo Finocchiaro , sull’operato delle sezioni esecuzione di molti tribunali, che hanno portato il Consiglio Superiore della Magistratura ad aprire un’inchiesta, così come il meditato e articolato disegno di legge predisposto dalla Confederazione dei contribuenti, che delinea un’autentica rivoluzione in danno della speculazione immobiliare e finanziaria che, fino ad oggi, spadroneggia nel settore, hanno toccato un nervo scoperto.
Le reazioni non sono mancate e certi inequivocabili “segnali” non hanno tardato ad arrivare. Ma hanno sbagliato indirizzo, né minacce né lusinghe potranno intimidirci. Con la forza della ragione andremo avanti fino in fondo in una battaglia giusta in difesa dei pesci piccoli contro i pescecani.
L’obiettivo è la riforma radicale del sistema delle vendite forzate e la difesa dei debitori senza colpa, cioè i lavoratori e gli operatori economici liberi e onesti, messi in ginocchio dal protrarsi di una crisi, prima finanziaria e poi sanitaria, che dura da più di dieci anni e che vedono oggi messi a rischio i frutti di una vita di impegno e di sacrificio.
In primo luogo le aste giudiziarie vanno fermate fino al superamento definitivo della pandemia e comunque fino a tutto il 2021. Non è accettabile che il “decreto ristori” del governo Conte escluda del tutto le imprese dal blocco delle aste giudiziarie e disponga per le famiglie una sospensione di soli due mesi.
Non è più rinviabile, poi, una riforma organica che blocchi il giro di interessi speculativi, spesso mafiosi, che approfitta delle procedure e delle forzature, spesso favorite, più o meno inconsapevolmente, dagli stessi tribunali, per accumulare a man bassa e a costi irrisori i beni pignorati alla povera gente e a chi ha speso la vita per lavorare e dare lavoro.
La traccia è segnata con chiarezza e con precisione dal disegno di legge messo a punto dalla Confedercontribuenti, che intendiamo sostenere fino a portarlo all’attenzione del Parlamento.
Serve una legge che estenda alle aste giudiziarie la normativa antimafia in materia di antiriciclaggio e accertamenti fiscali e patrimoniali.
La gestione delle aste non può essere affidata sempre agli stessi giudici e vanno sottoposti a rotazione anche i custodi giudiziari che, nel disegno di legge proposto, non possono prendere parte e ricevere incarichi per oltre tre aste consecutive nello stesso biennio.
Un punto cardine della nuova normativa invocata da Confedercontribuenti è la digitalizzazione del sistema, con aste da svolgere esclusivamente in via telematica, sorteggiando, non prima delle 48 ore precedenti lo svolgimento dell’asta, il tribunale cui affidare la gestione della procedura esecutiva.
Le situazioni ricorrenti di condizionamento ambientale devono essere neutralizzate disponendo, per legge, che il tribunale dell’esecuzione non si trovi nella regione ove opera il debitore esecutato.
Le aste dovranno essere presiedute da personale della Polizia giudiziaria o dalla Guardia di finanza, non più dai magistrati delle sezioni esecuzioni, cui vanno lasciate soltanto le funzioni propedeutiche allo svolgimento dell’asta.
La legge, poi, deve fare piazza pulita del vasto e invadente “giro d’affari” che ruota attorno alle esecuzioni immobiliari, sciogliendo tutti gli istituti esistenti che si occupano di aste giudiziarie.
Per la trasparenza delle procedure devono essere resi pubblici i nominativi di tutti coloro che partecipano ad aste giudiziarie, senza possibilità di avvalersi del sottobosco di procuratori e consulenti.
Per dare congruità alle vendite forzate è necessario contenere i ribassi entro un tetto massimo del 10%, determinando la base d’asta in contraddittorio fra CTU e CTP quando si tratti di una prima casa o di beni strumentali indispensabili per lo svolgimento di attività aziendali.
Quando entro i primi tre tentativi non si pervenga all’aggiudicazione del bene messo all’asta, un organismo composto da Tribunale, Agenzia delle Entrate e Direzione Investigativa Antimafia dovrà nominare un curatore incaricato di predisporre un piano di rientro dei debiti da cui discende l’azione esecutiva, ai sensi della legge 3/2012.
Resta fermo il divieto di mettere all’asta beni pignorati su istanza delle società che acquistano debiti deteriorati (NPL) da banche e finanziarie, qualora queste non abbiano proceduto ad effettuare per almeno tre volte il tentativo di cartolarizzazione con il debitore incolpevole, sulla base della somma di acquisto del credito deteriorato aumentato di cinque punti. Un procedimento che deve avere alla base, in ogni caso, una verifica contrattuale e peritale sul mutuo o finanziamento che il debitore non ha potuto restituire nei tempi prefissati, al fine di accertare che il contratto non contenga vizi sostanziali e che i tassi applicati non superino la soglia antiusura.
Siamo ben consapevoli della forza degli interessi in gioco, perciò occorre sollevare il velo di silenzio, ignaro o complice, che copre il mondo sommerso che ruota attorno alle esecuzioni immobiliari.
Nella grave, drammatica emergenza sanitaria in corso, l’appello è alle forze parlamentari, di ogni schieramento e qualsiasi colore politico, perché valutino con attenzione il pacchetto di proposte della Confedercontribuenti, frutto di competenza e reale conoscenza dei problemi, ne comprendano l’urgenza e intraprendano un cammino di riforma necessario e tanto atteso da una parte diffusa e consistente, oggi in allarmante aumento, della popolazione.
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Fonte: Dal Quotidiano dei contribuenti
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