“La riforma che la lobby dei produttori d’armi italiani ha dettato al governo attraverso il suo uomo di fiducia, l’ex presidente dell’associazione industrie difesa Guirdo Crosetto, tradisce la tradizione del nostro Paese che con la legge 185 del 1990 si era posto all’avanguardia a livello internazionale nella regolamentazione del commercio di armi nello spirito dell’articolo 11 della nostra Costituzione. La reintroduzione di una responsabilità politica sulle autorizzazioni alla vendita di armi italiane all’estero che chiede il governo è accettabile solo con il contemporaneo rafforzamento dei paletti di legge e del controllo parlamentare, come il Movimento chiede da anni. Ci vogliono pesi e contrappesi, altrimenti parliamo di discrezionalità politica non più di responsabilità politica. Per questo con i nostri emendamenti abbiamo chiesto, tra le altre cose, il recepimento del trattato Onu sul commercio di armi (Att) ratificato dall’Italia nel 2014, il divieto di export in presenza di gravi violazioni del diritto umanitario formalmente denunciate dalle istituzioni internazionali e l’introduzione di una maggiore chiarezza delle tabelle delle relazioni. Al Senato il governo non solo ha bocciato tutte queste nostre richieste, ma ha avuto il coraggio di aggiungere nella riforma l’introduzione del segreto bancario sulle transazioni legate al commercio d’armi togliendo ai cittadini il diritto di scegliere eticamente a chi affidare i propri risparmi. La nostra battaglia contro questa vera e propria controriforma continua alla Camera, in commissione e poi un aula”. Lo dichiarano i capigruppo M5S nelle Commissioni Esteri e Difesa della Camera, Francesco Silvestri e Marco Pellegrini. (AGI)
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