Sequestrate 5 società e 3 supermercati e applicate misure interdittive nei confronti di 6 imprenditori. E’ l’esito dell’indagine della procura della Repubblica di Marsala che ha delegato i finanzieri del Comando provinciale di Trapani il sequestro preventivo delle ditte attive nel settore della distribuzione e della commercializzazione di generi alimentari del valore di mercato globalmente stimato in oltre diciassette milioni di euro, e dei rami d’azienda corrispondenti a tre supermercati a Marsala, attività amministrate e gestite da sei imprenditori di fatto o di diritto che risultano indagati e nei cui confronti è stata contestualmente applicata la misura del divieto temporaneo di esercitare attività imprenditoriali di qualsiasi tipo e uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese per la durata di un anno. I finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Trapani hanno fatto luce sul fallimento di più società e sull’attività di cun gruppo criminale che ha gestito per anni una ricca realtà imprenditoriale, titolare di buona parte dei supermercati insistenti sul territorio di Marsala, anche attraverso reati fallimentari, tributari, societari e di autoriciclaggio, trasferendo al momento opportuno l’azienda o i suoi rami più rilevanti o solo taluni beni in favore di altre realtà societarie appositamente costituite o preesistenti, anch’esse operanti nel medesimo settore merceologico e riconducibili ai sodali, e nel contempo abbandonando al loro destino le originarie società (‘bad company’) così da sottrarle al pagamento di debiti per oltre 8 milioni di euro, di cui oltre 5 milioni di euro a titolo di canoni non onorati per l’affitto di supermercati e oltre 3 milioni di euro a titolo di debiti tributari e previdenziali, con grave danno per l’Erario. Nel corso delle indagini preliminari sono state accertate distrazioni patrimoniali ai danni delle società fallite per oltre 3,5 milioni di euro, costituite sia da liquidità per oltre 1,1 milioni di euro sia da rami d’azienda del valore stimato di 2,4 milioni di euro che, reimmessi nel circuito legale dell’economia in seno alle nuove società (le ‘newco’), hanno generato un ulteriore profitto di reato di autoriciclaggio per circa 2,7 milioni di euro.
Contestati i reati di associazione per delinquere, bancarotta semplice, bancarotta fraudolenta patrimoniale e preferenziale in forma aggravata, autoriciclaggio, sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte, emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, omesso versamento di ritenute e false comunicazioni sociali. Nominati due amministratori giudiziari. (AGI)