“Se gli Stati Uniti, il nostro principale mercato di esportazione, prendono una piega protezionistica, è probabile che la crescita dell’area dell’euro ne risenta”. Così la presidente della Banca Centrale Europea, Christine Lagarde, durante un discorso a Vilnius, in Lituania. “I nostri esportatori sono inoltre specializzati in beni strumentali che altri Paesi utilizzano per la produzione di esportazioni, il che li rende particolarmente sensibili ai cambiamenti di fiducia nel commercio mondiale”, ha aggiunto Lagarde per la quale “i principali rischi che vediamo in futuro riguardano anche gli shock esterni”. In particolare, “un aumento delle tensioni geopolitiche potrebbe far lievitare i prezzi dell’energia e i costi di trasporto nel breve periodo, mentre eventi climatici estremi potrebbero far salire i prezzi dei prodotti alimentari”. “L’effetto netto della frammentazione del commercio e delle tariffe sull’inflazione rimane incerto, poiché implica ipotesi impossibili da anticipare con precisione. Queste includono potenziali azioni di ritorsione e movimenti dei tassi di cambio e dei prezzi delle materie prime”, ha concluso. (AGI)