Per il 2021 le imprese individuali (e quelle soggette a specifiche misure fisse o transitorie) dovranno pagare un diritto annuale alla Camera di commercio tra 44 e 100 euro. Le altre tipologie di impresa verseranno, invece, il tributo per l’iscrizione al Registro imprese in base a scaglioni di fatturato. E il totale dovrà essere sforbiciato del 50%. È quanto dispone una circolare dello Sviluppo economico, datata 22 dicembre 2020 (n. 286980), finalizzata a fissare gli importi che andranno pagati per il prossimo anno agli enti camerali di riferimento.
Per quanto riguarda il primo scaglione di imprese che versano in base al fatturato, questo è in misura fissa di 200 euro. Ma, a seguito del taglio del 50%, le imprese dovranno versare alla Cdc cento euro.
Imprese individuali. Nel caso degli importi fissi, qualora si sia di fronte a un tributo a più voci, l’arrotondamento sarà all’unità di euro, applicando un unico arrotondamento finale, per eccesso, se la frazione decimale è uguale o superiore a 50 centesimi. E, per difetto, negli altri casi, sull’intero importo dovuto dall’impresa (incluso quanto dovuto per le eventuali unità locali ubicate nella medesima provincia).
Altre attività. Chi paga in base ai ricavi dovrà applicare al fatturato 2020 aliquote stabilite con il decreto interministeriale 21 aprile 2011, mantenendo nella sequenza di calcolo 5 cifre decimali. A quel punto, gli importi che ricaveranno dovranno essere tagliati del 50% e poi arrotondati, una prima volta, alla seconda cifra decimale. E una seconda all’unità di euro: per eccesso, se la frazione decimale è uguale o superiore a 50 centesimi, e per difetto, in tutti altri casi.
fonte: italiaoggi.it