Le Casse di previdenza dei professionisti sono un punto di riferimento per la qualità degli investimenti finanziari. A dirlo la ministra del Lavoro Marina Elvira Calderone dal palco di Previdenza in Tour, l’appuntamento annuale che Cassa dottori commercialisti organizza per dialogare con i rappresentanti del mondo politico, accademico e delle istituzioni sui temi legati al mondo del lavoro, delle professioni e della previdenza. Calderone ricorda che con la privatizzazione (il Dlgs 509 è del 1994) le Casse hanno ereditato un debito latente che in meno di quarant’anni è diventato un patrimonio di oltre 108 miliardi. «Un patrimonio che ha giocato un importante ruolo di assistenza e di accompagnamento – afferma Calderone – e che è importante tradurre in investimenti in economia reale».
Il riferimento è al decreto che porrà le regole-quadro per gli investimenti finanziari delle Casse; un decreto di cui si parla dal 2011 e che, assicura il sottosegretario all’Economia Federico Freni, nel corso del suo intervento, sarà pubblicato a breve. Un provvedimento che, afferma Freni, «rispetta la sovrana autonomia delle Casse di previdenza». Freni, ricordando che i 108 miliardi di patrimonio delle Casse al momento sono «saggiamente investiti», sottolinea che «si tratta di risorse che potranno contribuire a operazioni di sistema, a una condizione irrinunciabile, la pari dignità tra investitori».
L’incontro di ieri è stata l’occasione per immaginare il prossimo futuro delle professioni e della loro previdenza. Dal confronto emerge il bisogno di aggiornare regole oramai datate.
La ministra Calderone ha parlato della necessità di rivedere la riforma delle professioni, che oramai ha più di 11 anni; mentre il sottosegretario Freni sostiene che non si possa ragionare di previdenza con gli schemi di 30 anni fa. Una necessità di cui ha parlato anche il presidente di Cassa dottori Stefano Distilli che chiede ai politici di «integrare le rigide impostazioni del passato, con nuovi parametri che misurino non solo l’equilibrio di lungo periodo ma anche la capacità di intervenire in favore degli iscritti anche nel breve e medio periodo». Un’azione di welfare che nell’emergenza Covid le Casse hanno svolto anticipando gli aiuti messi in campo dal Governo. Tra questi rientra l’esonero parziale dei contributi previdenziali per i lavoratori autonomi meno abbienti; è di due giorni fa la nota del ministero del Lavoro che informa le Casse che per il rimborso di quanto hanno anticipato è stata chiesta una variazione in aumento in termini di cassa in sede di assestamento di bilancio e si attende l’assegnazione delle risorse necessarie.
Tra le novità normative che hanno un’importante ricaduta sulle professioni, in particolare di commercialisti e avvocati, il vice ministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto ricorda la composizione negoziata crisi d’impresa, «un cambiamento epocale – sottolinea il vice ministro – dove lo Stato abbandona un ruolo inquisitorio per lasciare spazio a un dialogo tra Stato e impresa, dove i professionisti, in particolare commercialisti e avvocati, hanno il ruolo di garante».
Un tema sollevato in più interventi è quello dei giovani. «Con la norma sull’equo compenso – ha detto ieri Sisto – è stato dato loro un segnale importante; è vero che la norma è migliorabile – prosegue Sisto – si può allargare la platea e intervenire sui rapporti vigente quando ci saranno risorse, intanto si sta già lavorando per aggiornare le tariffe professionali».
Per Sisto sarà importante avvicinare i giovani alle professioni già durante l’università. Una strada che Cassa dottori commercialisti, ricorda il presidente dell’ente Stefano Distilli, ha già intrapreso con un seminario che si è concluso il mese scorso svolto all’Università la Sapienza di Roma, inserito nel percorso formativo della facoltà di Economia con il riconoscimento di crediti formativi. «Nel corso degli incontri – racconta Distilli – si è parlato della professione e della previdenza».
La formazione, anche previdenziale, è certamente una leva su cui investire. Ne è convinto anche il presidente dell’Adepp, l’associazione delle Casse di previdenza dei professionisti, Alberto Oliveti, che parla della necessità di una «formazione puntuale per far capire che versare i contributi previdenziali non significa pagare tasse, entrambe sono cose fondamentali ma la previdenza ha una funzione di ritorno su chi produce questo reddito, le tasse hanno una funzione di sostegno per l’intero sistema».
FONTE: IL SOLE 24 ORE