Ormai tutti i mezzi di informazione parlano delle soluzioni per salvare le banche venete, per Confedercontribuenti la priorità è salvaguardare imprese e famiglie vittime di errate valutazioni del Governo.
Ormai tutti i mezzi di informazione parlano delle soluzioni circa le banche venete tra le quali spicca la proposta di Intesa di acquisire al valore simbolico di 1 euro solo la parte buona ovvero lasciare il resto della patata bollente.
L’operazione ha però bisogno di un provvedimento legislativo da parte del Governo con le dovute autorizzazioni della Banca Centrale Europea.
La crisi delle banche affonda le radici su gestioni sbagliate del passato e soprattutto mancanza di controllo adeguato. Un grosso errore è stato commesso dal Ministro Padoan e dal Governo sottovalutando il problema e delegandone la risoluzione con il Fondo Atlante con l’obiettivo di salvare le banche venete portate al collasso da una eccessiva quantità di crediti deteriorati, ossia inesigibili. L’operazione era costata 3,5 miliardi di euro e si è rivelata sostanzialmente inutile perché Popolare di Vicenza e Veneto Banca, in crisi erano e in crisi sono rimaste. Piangere sul latte versato non serve quindi è necessario che si prendano serie decisioni.
“Di certo la proposta di Intesa di acquistare solo la parte in bonis e ad un prezzo troppo simbolico è inaccettabile. Ci auguriamo che non venga accettata così. Intesa dovrebbe acquistare tutto, ad un prezzo più alto, con la garanzia di controlli sulla governance. Lo Stato dal canto suo, dovrebbe intervenire con un prestito ponte” – interviene Carmelo Finocchiaro presidente nazionale di Confedercontribuenti.
Ma perché INTESA non vuole acquisire anche i cosiddetti crediti deteriorati?
“I crediti deteriorati molto spesso, si possono contestare e recuperare centinaia di miliardi di euro già versati illecitamente, specialmente per importi medio-bassi. – interviene Alfredo Belluco vice presidente nazionale e presidente veneto di Confedercontribuenti – Dei casi da noi analizzati, circa l’80% sono falsi e contestabili. Inoltre ci sono milioni di mutui contestabili per vari vizi e usura contrattuale e sopravvenuta. L’Italia sta per diventare un enorme recupero crediti, molto spesso non dovuti. Dobbiamo mobilitarci affinché il sistema non crolli e si debba affrontare una massa di suicidi. È nostro preciso dovere mobilitarci anche per prevenire suicidi ed evitare anche vendite all’asta di abitazioni e aziende al ribasso”.
Don Enrico Torta, parroco veneto, in prima linea in difesa dei più deboli, invita a far analizzare le proprie posizioni da team di esperti definendo “l’usura praticata nelle banche un lento omicidio”.