Un settantenne catanese, come la maggior parte dei pensionati cerca di “arrotondare” attraverso lavoretti occasionali la sua pensione da 1150 euro. Ma la salute non glielo permette più. Avendo contratto un mutuo ipotecario per l’acquisto della prima casa nel 2008 con una rata da 692 euro mensili e non riuscendo più a saldarlo senza “strozzarsi” richiede a marzo 2015 una rinegoziazione con riduzione della rata a circa 400 euro mensili. Nonostante norme e direttive ABI consentano la rinegoziazione, il direttore gli nega tale possibilità.
“Il pensionato, disperato per timore della revoca del mutuo e di tutte le conseguenze che ne deriverebbero, si è rivolto a noi di Confedercontribuenti per essere assistito” – informa il presidente nazionale Carmelo Finocchiaro – “Non comprendiamo la motivazione del Direttore dell’Istituto di credito che nonostante la disponibilità ad onorare il debito, preferisca mandare in sofferenza e intraprendere procedure esecutive che portano solo ad aumentare lo stato di agitazione e malessere del cliente”.
Spesso le “sofferenze” delle banche a cui il ministro Padoan dedica le sue giornate europee sarebbero il frutto della cattiva gestione dei funzionari che dettando “legge” sulle spalle altrui preferirebbero spesso la “rovina” di imprese, famiglie e delle stesse banche mettendo a sofferenza crediti che in realtà non lo sono.
Dichiara Finocchiaro: “Aspetteremo un paio di giorni per un incontro risolutivo presso la direzione generale del ‘Credito Siciliano’. Altrimenti ci rivolgeremo a tutte le Autorità competenti al fine di tutelare il nostro associato a cui abbiamo impedito che si rivolgesse all’usura criminale”.
“ In molti purtroppo, a causa delle banche poco collaborative, cadono nel vortice interminabile dell’usura criminale che porta inevitabilmente alla perdita dei beni e soprattutto della dignità umana” – concludono il presidente Finocchiaro e la coordinatrice nazionale Confedercontribuenti-ANVU Franca Decandia.