'Domenikon 1943': un libro ricostruisce la strage senza colpevoli compiuta dai militari italiani
“Mi è toccato di assistere a scene capaci di farti perdere la ragione. Certo erano soldati ragazzini, 18-20 anni, ma alla fine erano capaci di metterti al muro. Che ci potevamo fare, la situazione era questa”. La strage di Domenikon, in Grecia, venne compiuta il 16 febbraio 1943 dai militari delle forze italiane di occupazione: almeno 140 civili furono uccisi come reazione a un’imboscata partigiana in cui morirono nove Camicie nere. Tutti gli “uomini validi” di questo piccolo villaggio delle Tessaglia (vale a dire ogni maschio di età compresa tra i 14 e gli 80 anni) vennero sterminati. Fu una delle peggiori stragi compiute dai militari italiani nei Balcani. Il primo di una serie di eccidi che caratterizzarono la primavera del ’43. Ebbene, per tutte le stragi commesse dagli italiani – e per i morti di Domenikon – nessuno ha mai pagato. È un caso clamoroso di giustizia negata che si è trascinato fino ai nostri giorni, ricostruito nel libro “Domenikon 1943. Quando ad ammazzare sono gli italiani” (Mursia) del giornalista Vincenzo Sinapi.
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Fonte: Androkons Cultura