Imprenditore nell’azienda di famiglia. La tua vita spesa per il lavoro. Raccontaci.
L’Italia, la sua economia ed il Cis di Nola, difficoltà e rabbia. Raccontaci.
Nel 1986, mi sono trasferito al Cis di Nola, creando una nuova azienda. Gli anni dal 1978 al 1989, come diversi studi hanno analizzato, sono stati quelli in cui l’Italia ha raggiunto l’apice del benessere.
Io ho goduto di “questa improvvisa felicitá”, ed ero assalito dalla folla dei clienti, come la maggior parte dei commercianti del Cis. Ma già nel 1992, cominciai a notare il cambiamento che inesorabile avanzava.
La globalizzazione, per noi, dava i primi segnali. Se prima bastava recarsi a Prato o a Carpi per attirare clienti, adesso non era più cosí. Solo “creando” un prodotto alternativo, si riusciva ad entrare sul mercato. Pertanto producendo anche maglieria, invece di comprarmi la barca, comprai una Stoll, la macchina dei miei sogni, per produrre maglie innovative. Quando cominciò ad avanzare la concorrenza cinese, i migliori fornitori cominciarono ad avere problemi e anche le mie maglie cominciarono a non avere piú mercato.
Inoltre nel Cis, abbiamo avuto tanti problemi e il più grande è stato soprattutto la volontá di chi lo governava di portarlo al fallimento per appropriarsi di 100 mila mq. di aree gratis. I miei problemi sono nati per un mutuo di cui ci avevano promesso la rinegoziazione, che ci hanno rifiutato la sera prima di andare in tribunale per fare la desistenza che ci avevano garantito.
Li ho voluti sfidare ed ho perso.
Come hai conosciuto Confedercontribuenti?
La situazione del Cis è stata devastante. Ho chiesto aiuto a tanti, ma solo un Uomo ha risposto alla mia richiesta di aiuto: Carmelo Finocchiaro, il Presidente di Confedercontribuenti. Gli inviai un messaggio e il giorno dopo, mentre ero in attesa della funicolare di Mergellina, mi chiamò, gli dissi che era una cosa complicata e non dimenticherò mai la sua risposta: “A noi di Confedercontribuenti, piacciono le cose difficili”. Dopo solo una settimana portó me e Consolato Cinque dal sottosegretario De Vincentis per esporre la complicata vicenda del Cis di Nola. Una soddisfazione enorme.
Napoli, l’Italia. Speranze e obiettivi per il futuro?
Il futuro di Napoli in particolar modo in questo momento, dá tanti segnali positivi, le presenze turistiche, che fino a 15 anni fa erano impensabili, fanno ben sperare. Purtroppo, la politica nazionale oggi é cosí avara di talenti; basta pensare che dopo il concorrente de “La ruota della fortuna”, oggi governano un ex steward ed un ex camicia verde urlatore.
Ma non voglio recriminare: voglio lanciare un messaggio di speranza.
Nonostante dure avversità con il Cis di Nola, le battaglie condotte che sfiancano, le giornate che corrono e l’economia che ha necessità di una risalita per il bene di famiglie ed imprese, sono orgoglioso di credere ancora che una soluzione esiste, che fare squadra, che impegnarsi, sia l’unico modo per risorgere come popolo, con la nostra identità geniale e creativa che ha contraddistinto da sempre il nostro Made in Italy nel mondo. Con energia ed entusiasmo risaliremo la china. Lo dico con la stessa forza che ho messo e metto nel mio lavoro e nella mia vita. Ci credo fermamente.