A quasi 11 mesi dall’entrata in vigore del decreto legge Coesione (60/2024), i bonus per favorire le assunzioni e l’autoimpiego non sono ancora operativi. Questo e’ gravissimo e costituisce per le imprese italiane un fatto gravissimo. Non possono passare 11 mesi e altri ancora ne passeranno, considerando che ha complicare il percorso di quattro di essi c’è stato il confronto con la Commissione europea al fine di ottenere la relativa autorizzazione all’utilizzo. Il Governo dovrebbe fare meno slogan e più’ fatti. A dichiararlo il presidente nazionale di Confedercontribuenti, Carmelo Finocchiaro, che denuncia come il blocco riguardi tre bonus: l’autoimpiego nei settori strategici (che comporta anche un esonero contributivo); il bonus per le assunzioni di giovani; il bonus assunzioni nella zona economica speciale (Zes) per il Mezzogiorno. Per quest’ultimo, però, nei fatti non è stato necessario e, a gennaio, è stato redatto il decreto ministeriale attuativo, poi pubblicato in «Gazzetta Ufficiale» il 7 marzo. Il bonus consiste in un esonero del 100% dei contributi a carico del datore di lavoro per 24 mesi e fino a un massimo di 650 euro mensili, a fronte dell’assunzione di over 35 anni, disoccupati da almeno 24 mesi, da parte di aziende che hanno fino a dieci dipendenti. Tuttavia l’agevolazione non è operativa, in quanto si attendono le istruzioni dell’Inps. Il 31 gennaio 2025 è arrivata l’autorizzazione per il bonus donne, nonostante non fosse esplicitamente prevista dal decreto Coesione. Il via libera europeo, comunque, riguarda solo le assunzioni effettuate nella Zes di lavoratrici senza impiego retribuito da almeno sei mesi. Non è stato ritenuto necessario per le altre assunzioni, di donne senza impiego regolarmente retribuito da almeno 24 mesi, effettuate ovunque. Il decreto attuativo non è stato ancora adottato e dovrà essere seguito dalle istruzioni Inps. Con il medesimo provvedimento è stato dato il via libera al bonus giovani, consistente anch’esso in un esonero dei contributi a carico del datore di lavoro. In base al Dm attuativo, pubblicato a fine febbraio sul sito internet del dipartimento per il Programma di Governo, il periodo utile di accesso all’agevolazione, individuato dal decreto legge per le assunzioni effettuate tra il 1° settembre 2024 e il 31 dicembre 2025, sarebbe invece iniziato il 31 gennaio 2025 e, inoltre, le assunzioni agevolate sarebbero state solo quelle avvenute dopo la richiesta all’Inps di accesso al bonus da parte del datore di lavoro. Conseguenze dell’autorizzazione Ue rilasciata secondo le regole ordinarie e non più quelle emergenziali in vigore nel recente passato. La disposizione ha suscitato sconcerto tra gli addetti ai lavori, il Dm è stato depubblicato e ora il ministero del Lavoro propende per far soggiacere a tali limitazioni solo le assunzioni in zona Zes (che beneficiano di un limite mensile di esonero più alto, 650 euro invece di 500), mentre per le altre l’autorizzazione Ue non sarebbe necessaria e quindi sarebbero agevolate dal 1° settembre, anche in modo retroattivo. Quindi, sia per il bonus giovani che per quello delle donne si prospettano modalità e periodo di fruizione differenziati. Tuttavia, mentre per l’agevolazione riguardante le donne è il provvedimento europeo ad aver precisato la necessità parziale di autorizzazione, lo stesso documento si riferisce a tutto il bonus giovani che quindi ora, retroattivamente, dovrebbe essere svincolato dal via libera della Commissione. Nello stesso documento si legge che il benestare non è stato ritenuto necessario per il bonus “autoimpiego in settori strategici”, nonostante quanto indicato nell’articolo 21 del Dl 60/2024. In questo caso convivono un esonero contributivo per nuove assunzioni e un aiuto per le spese di avvio dell’azienda. Manca ancora il decreto attuativo, al pari di quelli riferiti alle due agevolazioni, introdotte dagli articoli 17 e 18, per l’autoimpiego nel Centro Nord Italia e l’autoimpiego “resto al Sud 2.0”, per i quali il decreto Coesione non indica la necessità di autorizzazione Ue.
