Catania, 27 feb. – Simulate, inoltre, operazioni intracomunitarie, in regime di reverse charge (l’imposta sul valore aggiunto è assolta dal destinatario della fornitura dei beni in luogo del cedente), tramite una società apparentemente situata in Bulgaria ma di fatto gestita in Italia sempre dalla stessa organizzazione. Profitti illeciti pari a quasi 600 mila euro sono stati realizzati anche attraverso crediti d’imposta inesistenti, creati attraverso falsi corsi di formazione, “4.0”, per il personale dipendente di alcune imprese facenti capo al gruppo criminale. A carico di alcuni componenti sono stati riscontrati episodi di bancarotta fraudolenta commessi mediante il fallimento di 3 società oberate dai debiti tributari, preventivamente ‘liberate’ delle risorse finanziarie e private di beni strumentali, ceduti a prezzi irrisori.
Disposta la custodia cautelare in carcere nei confronti di 6 persone e gli arresti domiciliari per 4 indagati, di cui due consulenti fiscali – padre e figlio – il primo, all’epoca delle indagini, già colpito dalla misira degli arresti domiciliari; – l’interdizione dall’esercizio di impresa, dal rivestire il ruolo in uffici e funzioni direttive o amministrative presso società di persone o di capitali, anche per interposta persona, per la durata di un anno, nei confronti di 16 imprenditori e un ragioniere; il sequestro preventivo delle somme di denaro nella titolarità di 17 imprese e di 25 indagati e, in aggiunta, nei confronti di questi ultimi, delle disponibilità finanziarie, delle quote sociali possedute riferibili a 17 società con sede a Catania, Messina, Padova e Roma, tutte operanti nel settore del commercio all’ingrosso e dettaglio di generi alimentari e bevande e del trasporto, di 98 immobili distinti in 48 fabbricati e 50 terreni nelle province di Catania, Messina, Salerno, Roma, Padova, Siracusa, Rieti, L’Aquila e Milano e di 29 veicoli, per un valore complessivo di oltre 30 milioni di euro, quale profitto del reato di evasione fiscale ai fini dell’Iva.