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Giuricin, poche licenze e mancato adeguamento a mercato

Di
Redazione
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3 Agosto 2023

(AGI) – “Partiamo da un dato: nelle grandi città sono quasi 15 anni che praticamente le licenze taxi sono ferme. Ma il punto non è solo quello. Non è solo la questione delle poche licenze esistenti, quelle possono essere aumentate velocemente, le dispongono i Comuni, c’è anche un problema serio di mancata liberalizzazione del settore ed adeguamento ai nuovi strumenti offerti dalla tecnologia”. Lo spiega all’AGI Andrea Giuricin, economista dei trasporti che insegna all’Università Milano Bicocca, da tempo impegnato nello studio delle problematiche relative al settore delle auto bianche in Italia.
Il docente sottolinea: “C’è un problema di mancato incrocio tra domanda e offerta. La domanda è cresciuta tanto, tra il ritorno del turismo di massa dopo la pandemia di Covid ed altri fattori legati alla mobilità urbana, mentre l’offerta sostanzialmente è rimasta stabile da quasi 15 anni”.

Secondo l’economista quindi “il primo tema è l’aumento del numero di licenze ma poi bisogna fare anche i conti con lo sviluppo tecnologico. Nel mondo assistiamo ad una grande offerta di servizi da parte di nuovi operatori che utilizzano delle app sul web. In Italia questo non c’è: basti pensare che a Roma le vetture Ncc sono meno di mille. Altrove c’è stata una liberazione del settore che in Italia non è avvenuta, siamo fermi alla legge del 1992 che certo non poteva prevedere lo sviluppo di questi nuovi strumenti”.
Come fare a concedere delle nuove licenze per migliorare il servizio taxi senza svalutare quelle attive oggi? Giuricin riflette: “È chiaro che qualunque riforma che ne amplia il numero va a svalutare le licenze. Però dobbiamo ricordarci che sono state concesse anche gratis e poi il mercato secondario di chi le rivende ne ha determinato un prezzo”. (AGI)

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