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Gli invisibili diventano attori a Palermo

Di
Redazione
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29 Marzo 2025

Ridere, emozionarsi e riflettere: è stato questo il mix che a Palermo ha conquistato il pubblico del CineTeatro Colosseum durante la rappresentazione di “Mai capitato al mondo”, performance teatrale nata dall’esperienza di sette persone senza dimora, oggi attori e narratori della propria vita. L’evento, realizzato nell’ambito del progetto “Generazione Z” (finanziato dall’assessorato regionale della Famiglia, Politiche Sociali e Lavoro e promosso dalla Fondazione Don Calabria per il Sociale), ha portato in scena storie personali, ironia e un messaggio potente contro l’esclusione sociale. Il titolo dello spettacolo, scelto dagli stessi protagonisti – Hamza Bhihi, Alessandro Raso, Giusy Milazzo, Nicola Oliveri, Liboria Nicoletti, Daniela Samperi e Nevena Simonsson – racchiude il senso di un percorso personale e di gruppo: un viaggio iniziato a ottobre 2024 con incontri settimanali, esercizi di mimica, prossemica e condivisione, guidati dal regista Orazio Bottiglieri. Quattordici persone hanno partecipato al progetto, con la libertà di salire sul palco, collaborare dietro le quinte o semplicemente osservare. “Da invisibili a attori – spiega Marco Guttilla, responsabile del progetto – le loro competenze e qualità dimostrano che, anche in una condizione difficile, si può ricostruire una vita attraverso relazioni, desideri e creatività. Questo percorso è parte di una ri-costruzione più ampia: quella dell’autonomia e di una vita indipendente, centrata sulle relazioni umane”. “Dopo sei mesi di lavoro, andiamo in scena con uno spettacolo che a Palermo non si era mai visto: persone che dormivano per strada regalano al pubblico una storia emozionante, divertente e che fa riflettere”, racconta Orazio Bottiglieri, regista dello spettacolo. “Il teatro ha dato loro una possibilità per ricominciare. L’obiettivo era proprio questo: offrire una chance, dimenticare gli errori del passato e ricordarci che cose banali, come un comodino su cui poggiare le proprie cose, per chi è ‘senza’ diventano simboli di speranza. Questo ci insegna a dare valore a ciò che abbiamo”. Daniela Samperi, una delle attrici, sottolinea: “Quello che mi resta più impresso è aver rivissuto i mesi in dormitorio mentre costruisco la mia indipendenza. Le persone con cui ho condiviso questo percorso sono una famiglia: ci siamo sostenuti nei momenti di debolezza e in quelli felici. Insieme, siamo diventati un sostegno reciproco, dentro e fuori dal palco, dentro e fuori dal dormitorio”. La Fondazione Don Calabria per il Sociale, insieme ai partner La Panormitana, Istituto Valdese, Croce Rossa Italiana, Fondazione San Giuseppe dei Falegnami e Magweb, ha lavorato per fare dell’arte in uno strumento di riscatto sociale. “‘Mai capitato al mondo’ non è solo uno spettacolo – conclude Guttilla – è una testimonianza che l’emarginazione può diventare protagonismo. E che nessuna storia merita di restare nell’ombra”. (AGI)
MRG