Imprenditoria femminile, due eccellenze italiane a confronto
di Ettore Minniti
Mi sono sempre chiesto cos’è l’imprenditoria femminile? Secondo gli esperti del settore si intendono tutte quelle attività che sono a titolarità femminile o nelle quali la compagine sociale sia a maggioranza femminile. Purtroppo, nel nostro Paese le donne faticano ad entrare nel mondo del lavoro, e quando ci riescono sono ancora poche quelle che occupano posti di prestigio e responsabilità. Nonostante ciò, sta crescendo il numero di donne che decide di avviare un’attività imprenditoriale, in proprio o in società con altri, nei settori più svariati.
Abbiamo posto la domanda a due giovani imprenditrici nel campo della produzione dei distillati. Due eccellenze italiane riconosciute a livello internazionale.
Micaela Pallini è il presidente e amministratore delegato della Pallini S.p.A. azienda familiare romana leader nella produzione di liquori italiani, con Mistrà e i suoi sciroppi, ha la sede degli stabilimenti a Roma ed esporta i prodotti in oltre 35 paesi del mondo. Oltre al liquore d’anice, si ricorda anche il Limoncello con cui ha il primato nel segmento duty-free e nel mercato Usa.
Priscilla Occhipinti, unica donna Master Distiller in Italia, è titolare dell’azienda Nannoni, a Civitella Paganico, nel grossetano, in una distilleria, entrata ormai nella Storia della grappa.
Cosa vuol dire fare imprenditoria femminile oggi, in ambiti dominati da tempo dal mondo maschile?
“Sono entrata nell’azienda di famiglia, di cui rappresento la quinta generazione”, ci racconta la signora Micaela, “”dopo aver conseguito il Dottorato di Ricerca in Scienze Chimiche. Un percorso per niente in discesa, dove ho dovuto confrontarmi con un ambiente non sempre agevole per le donne. Ciò non di meno, sono riuscita ad essere nominata dal 2008 al 2012 Membro del Consiglio di Amministrazione in Castle Brands Inc., società americana di produzione e distribuzione di vini e liquori quotata alla Borsa di New York. Le donne devono accettare le sfide, dividendosi tra lavoro, figli e casa – Micaela è mamma di due bambini – Purtroppo tante donne sia nel privato che nel pubblico abbandono la strada delle carriere per una organizzazione di lavoro improntata solo ed esclusivamente ai ritmi dell’uomo”.
Dal Lazio alla Toscana. “Mi definisco un artigiano e non un’imprenditrice, perché, oltre ad essere amministratore, produco io personalmente i miei distillati”, la signora Priscilla preferisce essere chiamata Maestro Distillatore. “Curo personalmente tutto il percorso che va dalla vigna al bicchiere, utilizzo la pala meccanica per portare le vinacce fino all’impianto e distillando la totalità della produzione aziendale da ormai ventitré anni”. Priscilla, già con la patente di caldaista ai tempi del liceo, è soprannominata La Signora delle Grappe ed è anche la donna più premiata al mondo del settore con le sue oltre 150 medaglie d’oro e doppio oro dal 2011 in tutto il mondo.
“Ho raggiunto questi successi da sola con il sostegno morale della mia famiglia e la preziosa collaborazione e la stima delle mie socie e dello staff. Tante difficoltà superate con caparbietà e tenacia, in un mondo fatta di soli uomini, soprattutto negli anni ’90, ma di cui oggi sono parte integrante. Non solo donna, ma anche giovanissima avevo 18 anni, mi scambiavano per la segretaria dell’azienda. Come ho raggiunto il successo? Dormendo un po’ di meno, per non sacrificare figli e famiglia …ho dovuto programmare la nascita di mio figlio in modo che non coincidesse con il periodo della distillazione ed ho lavorato fino a cinque giorni prima della nascita e rientrando in azienda dopo sei giorni dalla nascita”.
Gioie e amarezze in questo lavoro imprenditoriale?
Micaela Pallini sottolinea come “… la burocrazia in Italia ti da tante amarezze. Mio padre me lo diceva, all’estero avrai tante soddisfazioni, in Italia dovrai ingoiare tanti rospi. Troppi gli enti di controllo che a volte ti fanno perdere tempo. Le gioie sono tutte racchiuse nell’80% della produzione venduta all’estero, dai riconoscimenti per le nostre produzioni. Il nostro liquore di Mistrà si è consolidato come tradizione italiana, legandosi indissolubilmente al nome dell’azienda. Esso affonda le radici tra Veneto e Friuli. Venezia all’epoca primeggiava nel commercio delle spezie e i suoi marinai entrarono in contatto nel Peloponneso con un liquore, a Misithra poi Mistrà, che da lì prese il nome”.
Priscilla Occhipinti conferma quanto detto da Michela “… la burocrazia ti uccide, troppi adempimenti ridondanti, ripetitivi, inutili. Il computer mi segue anche mentre lavoro. Passo troppo tempo sulle carte. Deprimente. Nonostante la mia azienda sia una casa di vetro ed io abbia fatto investimenti per adeguare la struttura, i controlli pesano molto sulle aziende, perché gli enti di controllo non dialogano tra loro. Le soddisfazioni sono tutte racchiuse nelle 150 medaglie ricevute a livello internazionale, lavorando per le più prestigiose aziende vitivinicole, senza fare mai pubblicità”.
Un lavoro il loro fatto di impegno, sacrificio, passione, competenza e professionalità. Guardarle negli occhi è un arricchimento personale, perché traspare tutto l’amore che hanno per i loro prodotti, per l’azienda e per i loro dipendenti. Attraverso il loro ottimismo, ci sembra di sentire il profumo del limoncello e del brandy.
È questo il cuore pulsante del nostro Paese. È questa l’Italia che ci piace ammirare e sostenere.
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Source: Da QdC ad Imprese
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