Il settore manifatturiero italiano è cresciuto appena a luglio. La produzione e i nuovi ordini hanno ambedue teso verso livelli di stagnazione e la crescita generale è quindi dipesa da ulteriori aumenti dell’occupazione e un modesto incremento delle giacenze di magazzino.
Per quanto riguarda i prezzi, i costi di acquisto sono aumentati ad un tasso elevato anche se più debole, mentre i prezzi alla vendita hanno continuato ad aumentare notevolmente.
Il valore principale dell’Indice PMI® (Purchasing Managers Index®) IHS Markit del settore manifatturiero italiano, che con un’unica cifra mostra gli sviluppi delle condizioni generali del settore, ha registrato 51.5 a luglio, in discesa dal 53.3 di giugno e, anche se ha allungato il trend attuale di crescita a quasi due anni, ha rappresentato l’espansione più lenta del settore da ottobre 2016.
I tassi di crescita di produzione e nuovi ordini si sono indeboliti nel corso del mese fino alla quasi stagnazione a causa di continui indebolimenti delle attività dei mercati sia domestici che internazionali. Infatti, secondo gli ultimi dati, gli ordini destinati alle esportazioni sono aumentati al livello più debole da agosto 2016.
Ci sono state comunque delle notevoli divergenze a livello dei sotto settori. Mentre i produttori di beni intermedi hanno registrato diminuzioni sia della produzione che dei nuovi ordini, i produttori di beni capitali hanno registrato una forte crescita, dovuta in parte ad una maggiore domanda di prodotti d’investimento da parte di altri stati membri dell’UE.
L’ulteriore rallentamento della crescita della produzione e dei nuovi ordini rispetto ai risultati dei primi mesi dell’anno, ha influenzato le attività degli acquisti. I recenti dati hanno mostrato che la quantità degli acquisti fatti dai manifatturieri italiani è diminuita a luglio, e per la prima volta da ottobre 2016. I partecipanti all’indagine hanno indicato di preferire, se possibile, l’utilizzo di giacenze esistenti per la produzione, anche se questo non è riuscito a prevenire un aumento delle giacenze degli acquisti per il quarto mese consecutivo. I manifatturieri hanno anche registrato, per la prima volta in un anno e mezzo, un leggero incremento degli inventari di prodotti finiti.
Problemi a livello di fornitura hanno nel frattempo continuato a spingere al rialzo i prezzi d’acquisto. I partecipanti all’indagine hanno riportato che i costi di carta, plastica e carburante sono tutti aumentati. Di conseguenza a ciò, anche le aziende hanno incrementato i prezzi di vendita.
Nonostante gli aumenti minori di produzione e nuovi ordini, le aziende manifatturiere hanno continuato ad assumere nuovo personale. La crescita è stata di nuovo notevole, nonostante sia rallentata rispetto a giugno, e ha permesso alle aziende di gestire i carichi di lavoro. Le giacenze di lavoro inevaso sono diminuite a luglio per il quarto mese consecutivo.
Infine, l’ottimismo riguardo ai prossimi dodici mesi ha continuato a luglio, anche se è rimasto moderato a causa delle preoccupazioni circa il futuro delle esportazioni.
Paul Smith, Director di IHS Markit che compila il report Markit PMI® Settore Manifatturiero in Italia, ha dichiarato: “La ripresa della crescita osservata a giugno è stata di breve durata, infatti i primi dati del terzo trimestre mostrano un’ulteriore perdita di slancio del settore manifatturiero italiano e un ritorno al trend generale osservato durante la maggior parte del 2018. Con previsioni di un rafforzamento delle vendite nei mercati chiave per l’export europeo di beni di lusso italiani, è stato riportato un generale indebolimento della domanda che ha colpito la crescita di luglio e vendite, sia sul mercato interno che estero, generalmente a livello di stagnazione. Le aziende hanno anche riportato un accumulo di inventario durante il mese, che in parte riflette ordini inferiori alle aspettative e provoca chiari rischi per la crescita nei prossimi mesi. Sulla base degli ultimi dati dell’indagine PMI, e con preoccupazioni crescenti circa un’escalation delle tensioni del commercio globale sulle esportazioni, la base industriale italiana probabilmente avrà difficoltà a contribuire in maniera sostanziale alla crescita economica nella seconda metà del 2018”.
Fonte: il Giornale delle PMI