Catania, 8/12/2020
Già durante la conferenza stampa online tenuta lo scorso giovedì 26 novembre dal presidente di Confedercontribuenti, Carmelo Finocchiaro, ed altri dirigenti per denunciare gravissime anomalie nella gestione delle aste giudiziarie a Catania, voci da remoto si erano inserite con insistenza per disturbare il regolare svolgimento degli interventi.
E ieri, con sconcertante puntualità, per la quinta volta consecutiva nel giro di poche settimane, il presidente Finocchiaro si è visto oscurare il profilo facebook da parte di ignoti hacker.
Siamo dunque di fronte ad un disegno concertato e preciso di sabotaggio, mirato a chiudere la bocca a Confedercontribuenti ed al suo presidente, che hanno osato attaccare i santuari della speculazione, quel grumo di interessi e di pratiche opache che, godendo della complicità di ben rodato sistema, accumulano beni patrimoniali strappati per pochi soldi alle persone in difficoltà con i pagamenti a causa della crisi e della drammatica stretta della pandemia, oppure fanno utili con il commercio dei crediti deteriorati.
Ora basta. Non è impossibile seguire le tracce dei pirati informatici e, attraverso questi, risalire a chi li manda, a quanti, evidentemente, sono stati toccati nel vivo delle loro trame affaristiche e vedono messa in pericolo la loro gallina dalle uova d’oro per l’azione incalzante della Confederazione delle famiglie e delle imprese. Ora basta. Confedercontribuenti non arretrerà di un passo nel denunciare il malaffare. E le autorità competenti non possono ignorare né le azioni di sabotaggio a scopo intimidatorio di cui viene sistematicamente fatto segno il presidente Finocchiaro né, tantomeno, le circostanze ed i fatti precisi che sono stati denunciati e indicano l’esistenza di illegalità e di un giro d’affari basato sull’intreccio di interessi non sempre leciti, da chiarire e dipanare.
Ora basta. Questo non è un gioco. I media, la politica, la stessa magistratura non possono continuare a tacere su quanto accade nelle aste giudiziarie. Un silenzio assordante che rischia di diventare complice.
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Source: Da QdC ad Imprese
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