Il Governo presenta una serie di emendamenti al testo della legge delega di riforma fiscale. Vediamone alcuni in relazione alla tassazione delle società.
All’articolo 6 viene proposto di inserire, dopo la lettera a) che riguarda la riduzione dell’aliquota Ires in presenza di investimenti qualificati e nuove assunzioni, la lettera a-bis. Questa riguarderebbe l’introduzione della disciplina fiscale relativa alla scissione societaria parziale in base all’articolo 2506.1 del Codice civile, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica. Si tratta di una nuova operazione, introdotta di recente dal Dlgs 19/23, alternativa al conferimento, per cui la scissa trasferisce degli asset ad una beneficiaria (necessariamente neocostituita) ricevendo in cambio le partecipazioni. Queste, dunque, non vengono assegnate ai soci della scissa, come avviene nella scissione tradizionale, pur restandosi nell’alveo delle operazioni neutrali, e non realizzative come sono i conferimenti a cui la scissione parziale assomiglia. Viene richiesta quindi una disciplina ad hoc di queste operazioni, di recente tratteggiata da Assonime nella circolare n. 14, che potrebbe costituire un valido punto di partenza al riguardo.
Tra le altre disposizioni previste nell’articolo 9, viene proposto l’inserimento della lettera c-bis al fine di garantire il rafforzamento del processo di avvicinamento dei valori fiscali a quelli civilistici della precedente lettera c). A tale riguardo le proposte sono due. La prima riguarda la semplificazione e la razionalizzazione della disciplina del Codice civile in materia di bilancio, con particolare riguardo alle imprese di minori dimensioni. Questa proposta sembra seguire come logica il comunicato stampa dell’Oic del 24 marzo 2023 finalizzato a valutare come i principi contabili nazionali possono essere resi maggiormente fruibili dalle imprese di minori dimensioni. È importante individuare anche correttamente la platea di tali soggetti, che potrebbe coincidere con le imprese obbligate a redigere il consolidato (si veda «Il Sole 24 Ore» del 31 maggio 2023) per far sì che la platea sia piuttosto ampia, visto che talune semplificazioni parrebbero importanti anche per le imprese non piccolissime.
La seconda proposta riguarda l’impianto dei bilanci (consolidato e di esercizio) per i soggetti Ias adopter ed Oic adopter. La proposta mira a modificare il Dlgs 38/05 in materia di opzioni per i principi contabili internazionali. Nell’ottica di coordinare il bilancio di esercizio con la sua funzione organizzativa ed evitare eccessivi aggravi amministrativi, si propone di prevedere per i soggetti che adottano gli Ias per il consolidato di applicare tali principi anche al bilancio d’esercizio, fatti salvi i casi in cui sono le lacune dei principi internazionali a prevedere delle eccezioni. È chiara la finalità di uniformare il processo secondo i principi Ias-Ifrs. È anche vero che oggi le realtà quotate già redigono ambedue i bilanci secondo i principi internazionali. La principale dicotomia che si rileva è infatti per le compagnie assicurative laddove spesso accanto al bilancio civilistico Oic va redatto il consolidato Ias. Ma questo è storicamente legato ad alcune specifiche contabilizzazioni di tali imprese che suggerivano quel doppio binario.
Fonte: Il sole 24 ore