L’industria italiana è caratterizzata da un livello di frammentazione tra i più alti d’Europa. A livello numerico, il 98% delle imprese italiane sono di dimensione micro o piccole. Le Pmi impiegano il 78,7% degli addetti (il 45,6% lavora in micro imprese), un valore sensibilmente superiore alla media Ue pari al 69,4%. Sono tra i dati che emergono durante gli Stati generali delle Pmi e dei professionisti organizzati da Valore impresa a Roma, durante la quale viene lanciata la proposta per contrastare la polverizzazione del sistema imprenditoriale italiano da far confluire nella legge quadro sulle Pmi.
I dati comparati dell’economia italiana rispetto agli altri paesi industriali, sottolinea Valore impresa, riflettono a livello aggregato questo fenomeno, in termini di minore spesa rispetto al Pil negli elementi essenziali per la crescita. Per esempio, l’Italia in proporzione al Pil investe in R&S nettamente meno degli altri paesi industriali, con conseguenze negative per l’“high-tech” italiano.
Un obiettivo politico strategico per il nostro Paese è quindi quello di favorire l’aggregazione tra imprese di
dimensioni ridotte, sottolinea l’associazione, la quale individua nella Società consortile per azioni (Scpa) il modello migliore per uscire dall’ambito della classica figura consortile, perché la sua struttura azionaria consente una non complessa trasformazione in Spa, la possibile partecipazione di soggetti finanziari nel capitale della Spa, la possibilità di quotazione a terzo mercato.
Nel modello proposto da Valore impresa, le Scpa sono partecipate da micro-piccole imprese presenti su
tutto il territorio nazionale e prevedono una diversificazione tra azionisti di governance e azionisti di partecipazione.
Per completare l’implementazione normativa del modello di crescita dimensionale, Valore Impresa propone inoltreil riconoscimento giuridico della struttura che sarà preposta al coordinamento delle Scpa, cioè la Centrale consortile, che andrebbe ad avere le stesse funzioni e le stesse tutele
previste per la Centrale cooperativa. La Centrale consortile
giuridicamente ha la struttura di una Scpa/Spa ed è partecipata dalle singole Scpa di primo livello composte dalle singole imprese aderenti al modello.(AGI)