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Pomodoro da industria: stime sui raccolti riviste, ma sarà +12% sul 2022 L.F.

Di
Redazione
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21 Giugno 2023

Nonostante il Wptc abbia ridimensionato le previsioni, il climate change non ha stravolto gli assetti globali. In Italia taglio di 100mila tonnellate.

Le condizioni, quelle climatiche, non sono state finora ordinarie. Una primavera con temperature ben sotto la media stagionale e piogge anche di carattere torrenziale hanno provocato sfasamenti temporali e situazioni di danno alle coltivazioni di pomodori da industria nell’Emisfero settentrionale.

Lo rileva il World processing tomato council che a metà giugno ha ridimensionato le stime sul prossimo raccolto mondiale, senza stravolgere tuttavia gli assetti globali.Le previsioni sono ad oggi tarate su un target di 42,6 milioni di tonnellate, un risultato comunque in crescita del 12% su base annua e in aumento di circa il 7% rispetto alla media delle ultime tre campagne.

In Italia, dove si stima adesso un raccolto di 5,6 milioni di tonnellate, il taglio apportato dal Wptc è di 100mila tonnellate, con l’incremento anno su anno ora più contenuto, limitato a circa 2 punti percentuali. I trapianti hanno subìto alcuni ritardi rispetto ai normali calendari soprattutto nel Mezzogiorno, dove le trattative tra le rappresentanze agricole e industriali, dopo l’ultima fumata nera, potrebbero nel frattempo ripartire in questi giorni e portare (nell’ipotesi più ottimistica) a un accordo sul prezzo entro il mese di giugno.

Al Nord sono state ormai completate le operazioni di trapianto sul 95% delle aree accordate, mentre nel distretto meridionale manca ancora un 10-15% delle superfici programmate. A fine settembre si avrà un quadro più chiaro della situazione, con le code di produzione che potrebbero consentire un sostanziale recupero, anche se gli analisti hanno prudentemente sottratto alle stime da uno a due punti percentuali rispetto alle valutazioni di aprile.Situazione stabile in Spagna, dove le previsioni non mostrano scostamenti rispetto alle precedenti valutazioni, confermando un rimbalzo sulla scorsa stagione (+22%), gravemente segnata dalla siccità.

In Turchia, altro grande produttore nel bacino del Mediterraneo, si registrano alcuni ritardi (la previsione resta orientata a un più 11%), ma il fattore cruciale e di maggiore preoccupazione per gli operatori resta il mercato valutario, che ha affossato ancora la lira turca e alzato i costi dei mezzi di produzione.

In Cina, secondo maggiore player mondiale dopo la California, si segnalano problemi dovuti alle basse temperature di maggio. La capacità degli impianti di lavorazione del pomodoro, dopo le dismissioni degli anni scorsi, appare oggi sensibilmente rafforzata, soprattutto nell’ottica di una maggiore presenza sui mercati internazionali.

È prevedibile che quest’anno la competizione per l‘approvvigionamento della materia prima nel Dragone subisca un inasprimento, nonostante la previsione di una crescita della produzione del 18%, a 7,3 milioni di tonnellate.

In California le temperature ancora al di sotto della norma hanno spostato l’inizio della stagione alla seconda o terza settimana di luglio. Gli esperti si attendono quest’anno un raccolto di 10,9 milioni di tonnellate, superiore alla media triennale e in crescita del 15% su base annua. Mentre nel resto degli Usa, la siccità ha causato ritardi e difficoltà operative soprattutto nel Midwest, dove i trapianti sono stati comunque ultimati.

Avanti adagio (+2%) la produzione di pomodori da industria nell’Emisfero australe, ormai alle battute conclusive. Significativi i progressi in Cile (+18%), anche se inferiori alle attese iniziali a a causa delle ondate di calore che hanno provocato perdite in campo e un calo dei conferimenti rispetto ai volumi programmati.

FONTE: Il sole 24 ore