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Sardegna: export verso Stati Uniti, a fine 2024 calo del 48,7%

Di
Lucia Cutrona
|
18 Febbraio 2025

Gli scambi commerciali dalla Sardegna agli Stati Uniti, che tra settembre 2023 e settembre 2024 hanno registrato un valore di quasi mezzo miliardo di euro, hanno avuto una frenata, con un calo che alla fine dello scorso anno si è attestato al 48,7%. A rallentare le esportazioni sono stati i dazi, le limitazioni, la burocrazia e le ‘turbolenze’ politiche internazionali, che hanno caratterizzato l’ultimo triennio. È questo ciò che emerge dal dossier elaborato dall’Ufficio studi di Confartigianato Sardegna su dati Istat, che ha analizzato i flussi commerciali dalla Sardegna verso il Continente americano.
Il segnale di rallentamento viene dall’analisi dei primi 9 mesi del 2024 confrontati con i primi del 2023, paragone che ha segnato un -48,7% equivalente a un calo di 371 milioni di euro. Il 2020 si era chiuso con un totale di 534 milioni di euro di beni esportati.
L’export verso gli Usa rappresenta l’1,5% sul valore aggiunto della Sardegna. Alimentari, prodotti in legno e metallo, pelletteria, abbigliamento e tessile, mobili e ceramiche ma anche semilavorati lapidei, prodotti chimici, macchinari e attrezzature hanno raggiunto un mercato ricco e sempre attento alle produzioni italiane e sarde.  Gli Stati Uniti rappresentano un importante mercato di riferimento per le imprese della Sardegna. Esaminando i primi dati Istat del 2024 relativi al valore delle esportazioni totali, con 492 milioni di euro, il mercato statunitense si posiziona terzo tra i primi 10 mercati di sbocco del made in Sardegna, dopo Francia e Spagna. Per quanto riguarda la situazione a livello provinciale, risulta che l’area di Cagliari ha esportato per 344 milioni, il Nord Sardegna per 98 milioni, il Nuorese per 35 milioni, il Sud Sardegna per 8 e l’Oristanese per 7 milioni.
L’export manifatturiero sardo verso gli Usa, nel 2024, ha inciso per l’1,5% sul valore aggiunto prodotto della Sardegna, contro una media nazionale del 4%. All’interno di questi numeri, 118 milioni di euro sono rappresentati dall’export manifatturiero, al netto dei prodotti energetici, e 85 milioni di euro di export sono rappresentati dalle esportazioni sarde di prodotti realizzati nei settori – alimentare, tessile, abbigliamento, calzature, legno, mobili, prodotti in metallo, gioielleria e altre manifatture- a maggior concentrazione di Mpi. A livello settoriale si osserva che il 70% del totale delle esportazioni verso gli Stati Uniti dei beni realizzati sull’Isola riguarda i prodotti derivati dalla raffinazione del petrolio, il 21,2% dai prodotti alimentari, il 2,4% da macchinari e apparecchiature, l’1,8% dai prodotti chimici, l’1,6% dagli Altri mezzi di trasporto, l’1,2% dalle bevande e l’1,2% dai prodotti in legno, sughero (esclusi i mobili); articoli in paglia e materiali da intreccio.
“Guardare ai mercati esteri – spiega Giacomo Meloni, presidente di Confartigianato Imprese Sardegna – è imprescindibile per la crescita. Occorre investire su export, formazione e strategie di internazionalizzazione per rafforzare la competitività. Le Pmi devono adattarsi rapidamente, puntando su eccellenza e specializzazione, diversificando i mercati e cogliendo opportunità nei Paesi emergenti”. (AGI)