“La piattaforma IdroGeo per quello che abbiamo visto in questi quattro anni rappresenta una best practice di collaborazione tra pubbliche amministrazioni nell’ambito della comunicazione, diffusione e messa a sistema delle informazioni sul dissesto geologico in Italia”. Lo ha detto Stefano Laporta, presidente dell’Ispra, nel presentare oggi i risultati della piattaforma nazionale IdroGeo, che permette con nuove funzionalità – tra l’altro – alla popolazione di vagliare se la propria abitazione o la propria impresa sono collocate in una zona a rischio idrogeologico e se sì quale sia il grado di rischio. Superano i 2 milioni e 115 mila gli edifici italiani che insieme alle 727 mila imprese si trovano nelle aree più esposte al rischio idrogeologico. Di queste ultime, oltre 84 mila ricadono nelle aree a pericolosità da frana elevata e molto elevata, con oltre 220 mila addetti esposti a rischio; più di 640 mila imprese sono ubicate in aree a pericolosità per alluvioni nello scenario medio. Oltre 1 milione e 300 mila abitanti e quasi 548 mila famiglie vivono in zone a rischio frane e quasi 7 milioni di abitanti in aree soggette ad alluvione. Da oggi è possibile verificare facilmente se la zona dove si vive o si lavora si trova in queste aree: basta accedere alla piattaforma IdroGEO e inserire il proprio indirizzo o geolocalizzarsi. Un tema di particolare importanza nel nostro contesto nazionale come sottolineato in un videomessaggio all’evento di oggi anche dalla viceministra dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Vannia Gava che ha dichiarato: “Il tema della mitigazione del dissesto idrogeologico è rilevante per il Paese e per gli impatti sulle popolazioni, le infrastrutture e sul tessuto economico e produttivo. Per questo sono fondamentali le attività di raccolta e diffusione dati in materia di difesa del suolo da realizzarsi anche grazie all’innovazione tecnologica“.
La piattaforma IdroGeo, aggiornata nell’ambito dell’infrastruttura di ricerca Geosciences IR coordinata dall’Ispra e finanziata dal Pnrr Mur, fornisce informazioni armonizzate di primo livello sulla pericolosità per frane e alluvioni sull’intero territorio nazionale, restituendo per un luogo di interesse un report con le classi di pericolosità. A partire da tale screening preliminare, è possibile per le imprese procedere, in presenza di aree a pericolosità, ad un’analisi di rischio di secondo livello, cioè più dettagliato, per valutare la vulnerabilità del bene (tipologia costruttiva) e le condizioni locali di pericolosità (ad esempio altezza idrica nello scenario di riferimento alluvioni, volume/velocità della frana). IdroGEO presenta inoltre gli itinerari e storie sulle frane più importanti censite sul territorio nazionale e la navigazione della mappa in 3D e contiene dati e informazioni sulla pericolosità associata a frane, alluvioni dell’intero territorio italiano: secondo gli ultimi dati ufficiali dell’Ispra, su una superficie nazionale di 302.068 km2, il 18,4% è mappato nelle classi a maggiore pericolosità per frane e alluvioni (55.609 km2). Degli oltre 213 mila beni architettonici, monumentali e archeologici presenti in Italia, quelli potenzialmente soggetti a fenomeni franosi nelle aree a pericolosità elevata sono oltre 12 mila; raggiungono complessivamente le 38.000 unità se si considerano anche quelli ubicati in aree a minore pericolosità. Questi dati – spiegano dall’Ispra – e le nuove funzioni della piattaforma, tra cui quella che permette di ubicare un punto di interesse in mappa e verificare l’esposizione al rischio, sono fondamentali per aumentare la consapevolezza del cittadino e assumono un ruolo sempre più rilevante anche in materia di finanza sostenibile e per la valutazione e gestione dei rischi finanziari (di credito, di mercato, operativo) legati all’impatto economico, dovuto ai sempre più frequenti eventi estremi per effetto dei cambiamenti climatici. Tali informazioni sono di grande interesse per il mondo delle assicurazioni, soprattutto dopo l’introduzione dell’obbligo assicurativo per le imprese contro i rischi derivanti da eventi catastrofali.