“Il mio personaggio è decontestualizzato rispetto al film. Io mi sono sentito diverso da quel personaggio, mi sono allontanato mentalmente da quel ruolo”.Così Marco Giallini, interprete di ‘Mazinga’ nella serie tv ‘Acab’ su Netflix in 6 puntate dal 15 gennaio, parla del suo ruolo. E’ lo stesso che interpretava nel film di Stefano Sollima del 2012 tratto dal libro di Carlo Bonini pubblicato da Feltrinelli. Giallini è anche l’unico attore del film a comparire anche nella serie tv diretta da Michele Alhaique, che ha come protagonisti oltre a Giallini, Adriano Giannini, Valentina Bellè, Pierluigi Gigante e Fabrizio Nardi.
La serie è ideata da Carlo Bonini e Filippo Gravino e scritta da Filippo Gravino, Carlo Bonini, Elisa Dondi, Luca Giordano e Bernardo Pellegrini, con lo story editing di Filippo Gravino. Una notte di feroci scontri in Val di Susa. Una squadra del Reparto Mobile di Roma resta orfana del suo capo, che rimane gravemente ferito. Quella di ‘Mazinga’ (Marco Giallini), Marta (Valentina Bellè) e Salvatore (Pierluigi Gigante), però, non è una squadra come le altre, è Roma, che ai disordini ha imparato ad opporre metodi al limite e un affiatamento da tribù, quasi da famiglia. Una famiglia con cui dovrà fare i conti il nuovo comandante, Michele (Adriano Giannini), figlio invece della polizia riformista, per cui le squadre come quella sono il simbolo di una vecchia scuola, tutta da rifondare. Come se non bastasse il caos che investe la nuova formazione nel momento di massima fragilità interna, si aggiunge quello dato da una nuova ondata di malcontento della gente verso le istituzioni.
Un nuovo ‘autunno caldo’ contro cui proprio i nostri sono chiamati a schierarsi e in cui ogni protagonista è costretto a mettere in discussione il significato più profondo del proprio lavoro e della propria appartenenza alla squadra. (AGI)