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TURISMO. Da Cassa Depositi e Prestiti un fondo di 2 miliardi di euro. Una buona notizia, ma che siano investiti in maniera oculata. di Ettore Minniti (Responsabile per il Turismo e Sport di ConfederContribuenti)

Di
Redazione
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26 Settembre 2020

TURISMO. Da Cassa Depositi e Prestiti un fondo di 2 miliardi di euro. Una buona notizia, ma che siano investiti in maniera oculata.

E’ stato istituito il Fondo Nazionale del Turismo con un plafond di 2 miliardi di euro, per il prossimo quinquennio, dovuto all’emergenza sanitaria, di cui 750 milioni in capo alla stessa CDP e 150 milioni messi a disposizione  dal Ministero del Turismo attraverso un fondo istituito con il Decreto Rilancio.

Obiettivo del fondo, come spiegano i vertici di CDP, è quello di “valorizzare degli asset immobiliari, con particolare riferimento agli alberghi storici e iconici su tutto il territorio nazionale”.

In sintesi il fondo comprerà alberghi. Dal CDP precisano che si “potrà concedere agli attuali proprietari un diritto di riacquisto da esercitare in un arco di tempo congruo rispetto alle stime di ripresa del mercato ricettivo internazionale. Ove possibile, inoltre, si promuoverà il reinvestimento dei proventi della vendita nell’attività di gestione, sostenendo l’occupazione e il miglioramento degli standard qualitativi delle catene alberghiere del Paese”.

La situazione del turismo, come è noto, è drammatica. I numeri impietosi: 24 milioni di euro in meno di introiti per mancato arrivo dei turisti stranieri.

Tanti, troppi, gli alberghi che non hanno più riaperto, in particolare nelle città d’arte. Nel complesso il settore turistico vale il 13% del nostro Prodotto interno lordo e impiega il 15% della forza lavoro. La crisi metterà in discussione i posti di lavoro (quello stagionale in primis) a causa del dimezzamento del fatturato 2020 delle imprese ricettive.

Il ministro dei Beni culturali e del Turismo, Dario Franceschini, ha affermato che il governo sta lavorando “affinché un’importante parte del Recovery fund  sia destinata a investimenti di riqualificazione nelle nostre strutture ricettive, guardando al potenziamento di infrastrutture essenziali per il rilancio del turismo, soprattutto al Sud”.

Se l’obiettivo è quello di rilanciare il turismo in prospettiva futura, con una programmazione quinquennale, non si può che guardare con ottimismo a questa importante iniziativa di sostegno al settore.

Condivisibile, quindi, il pensiero del Ministro. Secondo Franceschini “L’Italia No al turismo low cost, che spesso passa e non lascia ricchezza. Dobbiamo puntare ad un turismo di qualità e con capacità di spesa, colto e che apprezza e rispetta la fragilità del nostro paesaggio”.

Per questo ConfederContribuenti sarà attenta e vigilerà perché nessuno rimanga indietro nel campo degli investimenti delle strutture extralberghiere e soprattutto di quelli all’aperto (villaggi turistici, campeggi, attività agrituristiche, parchi vacanza), che rappresentano anch’essi un settore altrettanto importante per il rilancio del turismo, evitando che i finanziamenti siano dati a pioggia, ma selezionati tra quelli obiettivi strategici e mirati.