“Sicuramente l’America è il primo mercato di importazione di prodotti di alta qualità a un prezzo come quello italiano che non è mai un prezzo competitivo. Quindi la preoccupazione c’è, però il mercato americano è un mercato molto legato al mondo europeo, quindi riteniamo che l’asse Europa-America sia difficilmente spezzabile”. A dirlo, Antimo Caputo, amministratore delegato di Mulino Caputo, azienda italiana centenaria delle farine e del grano, che ha circa metà del suo fatturato in export, commentando la possibilità di politiche protezionistiche post elezioni negli Stati Uniti.
“L’Europa è il più grande produttore di grano in termini quantitativi, è un territorio straordinario con tanto grano, soprattutto grano di altissima qualità – sottolinea – il mondo cereale è un mondo ntico come il suo commercio e difficilmente può essere modificato strutturalmente”. Quanto alla stabilità dei prezzi, problema posto da parte dei produttori italiani, Caputo sottolinea che “oggi il grano è una commodity internazionale e se andiamo indietro con la memoria probabilmente scopriamo che il grano è stato il primo episodio di vendita di ‘future’, perché bisognava garantire il reddito degli agricoltori per potergli permettere di coltivare. Quindi il nostro punto di riferimento assoluto, secondo me, deve essere sempre e solamente questo. Noi infatti in questo campo facciamo dei contratti di filiera, Ma la cosa straordinaria del mercato del grano è che in fondo si autoregola secondo la domanda e l’offerta, quindi questa tutela dell’agricoltore è qualcosa di molto equilibrato nel mondo, attraverso il sistema di stock e di domanda”. (AGI)